VERBANIA – 11.12.2017 – Le notifiche sono andate

a buon fine e dopo la falsa partenza dello scorso 24 novembre il processo a carico dei vertici di Veneto Banca può partire. Oggi a Roma s’è tenuta la seconda udienza preliminare del procedimento che vede imputati undici ex amministratori e manager di Veneto Banca. Sono l’ex ad e direttore generale Vincenzo Consoli, l’ex presidente Flavio Trinca, l’ex presidente di Bim Pietro D’Aguì, gli ex revisori dei conti Diego Xausa e Michele Stiz, l’imprenditore Gianclaudio Giovannone (titolare della società Mava), i manager Stefano Bertolo, Flavio Marcolin, Mosé Fagiani, Massimo Lembo e Renato Merlo. Secondo la Procura romana e i sostituti Sabina Calabretta e Stefano Pesci sono responsabili di ostacolo alla vigilanza bancaria (Consoli anche di aggiotaggio). Il reato si sarebbe compiuto con artifici contabili che hanno fatto passare come patrimonio di vigilanza (gli obbligatori fondi da accantonare a copertura delle perdite) obbligazioni e azioni acquistate dai clienti con i soldi prestati dalla stessa banca per centinaia di milioni di euro.

All’udienza odierna, nella quale il giudice deve decidere se rinviare a giudizio gli imputati, sono state anche depositate le richieste di costituzione di parte civile, che sono circa 4.000, rappresentate nella stragrande maggioranza dei casi da piccoli azionisti coordinati da associazioni dei consumatori, ma anche soggetti istituzionali tra cui Bankitalia e Consob. Nell’udienza già fissata per martedì 19 verrà sciolta la riserva sull’accettazione delle costituzioni di parte civile. Tra coloro che si sono fatti avanti ci sono anche una trentina di soci del Vco, rappresentati dall’avvocato Clarissa Tacchini tramite il Movimento difesa del cittadino.