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processo v banca

ROMA – 24.11.2017 – Saranno migliaia le domande

di risarcimento che incombono sul possibile processo ai vertici dell’ex Veneto Banca. Stamane a Roma s’è tenuta l’udienza preliminare del procedimento a carico di undici tra amministratori e manager. La Procura di Roma, con i sostituti Sabina Calabretta e Stefano Pesci, chiede che siano processati per ostacolo alla vigilanza l’ex ad e direttore generale Vincenzo Consoli, l’ex presidente Flavio Trinca, l’ex presidente di Bim Pietro D’Aguì, gli ex revisori Diego Xausa e Michele Stiz, l’imprenditore Gianclaudio Giovannone (titolare della società Mava), i manager Stefano Bertolo, Flavio Marcolin, Mosé Fagiani, Massimo Lembo e Renato Merlo. A Consoli è contestato anche il reato di aggiotaggio, cioè l’alterazione del valore delle azioni; e gli viene imputata la responsabilità di aver propiziato con informazioni false l’aumento di capitale di 474 milioni di euro.

Secondo la Procura romana i conti di Montebelluna sono stati “aggiustati” gonfiando il patrimonio di vigilanza, la somma da accantonare per coprire le eventuali perdite. La manipolazione sarebbe avvenuta nel 2012 non decurtando il valore delle obbligazioni detenute da Mava, e nel 2013 iscrivendo a bilancio 349 milioni di euro di “baciate”, cioè di azioni vendute ai clienti e finanziate con soldi prestati dalla banca medesima. 

L’udienza preliminare di oggi, tenutasi nella sala “Occorsio” della Corte d’Assise di Roma, è iniziata con un rinvio. I legali di Trinca, Fagiani, Lembo, Merlo, Stiz e Bertolo hanno eccepito la mancata notifica della fissazione udienza ai loro clienti. Il giudice Lorenzo Ferri ha aggiornato l’udienza all’11 dicembre, data entro cui dovranno essere formalizzate anche le domande di costituzione di parte civile. Un’altra udienza sarà il 19 dicembre, data in cui probabilmente si deciderà se gli imputati (sempre che non chiedano riti alternativi) devono andare a processo.

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