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VERBANIA – 14.12.2017 – Ha chiesto scusa, risarcito il danno

e ha accettato di farsi curare. Le condotte riparatorie e l’incapacità di intendere al momento del fatto accertata dal perito psichiatra del tribunale hanno portato all’assoluzione di Michele Di Conza, il 34enne ospite di una casa di cura del Verbano che, sfuggito alla sorveglianza, la notte del 26 maggio del 2014 s’introdusse in una villetta di Brovello Carpugnino forzando una portafinestra e mettendo a soqquadro la casa. Il giovane era in preda a una crisi psicotica e agì in maniera inconsulta, indossando i capi d’abbigliamento presenti negli armadi, servendosi dalla dispensa con pane e nutella, ma anche raccogliendo il cellulare custodito in un cassetto e telefonando ai contatti della rubrica, tra cui il proprietario della casa, un uomo del Milanese. Queste telefonate, l’indomani, furono meno utili nell’individuare il ladro-vandalo delle prove da lui involontariamente lasciate: il proprio smartphone nel giardino della villetta e un finto Rolex sul tavolo. Denunciato e finito a processo, dove è stato difeso dall'avvocato Alessandro Corletto, è stato assolto per l’incapacità di intendere in quel momento. La famiglia, nel frattempo, ha risarcito il danno ai proprietari. 

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