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tribunale7
VERBANIA – 22.09.2016 – Sarà uno psichiatra

a stabilire se il ladro (e vandalo) è capace di intendere e di volere. E dovrà anche visitarlo a domicilio perché, residente in Puglia, per due volte non è riuscito – colpito da crisi di panico – a tornare nel Verbano, presenziare in tribunale e incontrarsi con il perito nominato dal giudice. Michele Di Conza, 31 anni, nel 2014 era volontariamente ospite di una casa di cura sul Lago Maggiore per curare disturbi psichici. Sfuggito al controllo dei responsabili della struttura, la notte del 26 maggio 2014 s’avventurò a Brovello Carpugnino, individuò una villetta, scavalcò il cancello e dopo aver rotto con la forza le portefinestre, vi entrò mettendo tutto a soqquadro, preparandosi pane nutella, indossando alcuni capi d’abbigliamento e, raccolto un cellulare dal tavolo, chiamando i numeri in rubrica e proferendo insulti e frasi oscene. Tra i destinatari c’era anche il padrone di casa, un uomo residente a Cinisello Balsamo e che ha una seconda casa a Brovello. Questi l’indomani si presentò per sporgere denuncia. Nel sopralluogo i carabinieri della stazione di Stresa trovarono in giardino il telefono Samsung di Di Conza, nella cui memoria c’erano due sue fotografie che ritraevano il Rolex rinvenuto sulla scena del crimine con il cinturino rotto. L’identificazione fu facile e scattò la denuncia. La famiglia dell’uomo, che ha risarcito la parte offesa, ha fatto tornare il giovane in provincia di Foggia. Per lui l’avvocato Alessandro Corletto ha chiesto una perizia psichiatrica, disposta dal giudice. L’imputato, tuttavia, non riesce a raggiungere il nord per farsi visitare e, così, è stato chiesto che sia il medico a scendere in Puglia, a spese della famiglia Di Conza. Così ha disposto il giudice aggiornando il processo all’aprile 2017.   

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