VERBANIA – 12.11.2017 – Una “svista” burocratica,
il mancato controllo delle fatture, un debito non saldato, due processi e… doppio risarcimento. Nasce nel 2010, con un cantiere per lavori stradali a Verbania, il lungo contenzioso che ha visto ricorrere in tribunale – e vincere due volte – la Gea soluzioni di Possaccio. L’impresa verbanese ricevette in subappalto dalla Riverditi Angelo, vincitrice di regolare gara, il 30% di quell’opera, per la quale maturò un credito di 33.451,90 euro. A lavori finiti e certificati, la Gea consegnò la sua fattura alla Riverditi che, inoltrandola al Comune, si fece liquidare per l’intera somma, senza però erogarla al subappaltatore contestando la regolarità dei lavori. Il contenzioso civile che ne scaturì s’incagliò perché, nel frattempo, la sede legale della Riverditi era stata trasferita da Alba, in provincia di Cuneo, in Ucraina, paese extra-Ue. Per questo debito non saldato col trasferimento estero, giudicato dalla Procura di Verbania come truffa aggravata, nel luglio del 2015 Sergio Riverditi, allora rappresentante legale dell’impresa, venne condannato dal tribunale in primo grado a 9 mesi e 300 euro di multa (pena sospesa), con risarcimento di 33.451,90 euro oltre alle spese legali di costituzione.
Parallelamente a questi fatti s’è sviluppata, dopo un decreto ingiuntivo, una causa civile tra Gea e Comune di Verbania, che ha avuto due gradi di giudizio. Nel primo, pur ammettendo i funzionari comunali la svista di non aver accertato che le fatture presentate da Riverditi non erano quietanziate, il tribunale di Verbania diede ragione all’ente. In Appello, però, il giudizio s’è invertito e il Comune s’è trovato a dover versare, compresi interessi e spese legali, 50.352,01 euro che giovedì sera il Consiglio comunale ha riconosciuto come debito fuori bilancio autorizzandone il pagamento anche a fronte della rinuncia di adire il Tar.