VERBANIA – 27.10.2017 – Il pranzo pasquale scroccato
al negozio di alimentari gli costerà caro. Sei mesi e 200 euro di multa è la condanna che il tribunale di Verbania ha stabilito per Antonio Catena, sessantenne che il 20 aprile 2014, giorno di Pasqua, si presentò in una bottega di Stresa per ritirare alcuni piatti di gastronomia che avrebbe consumato nel giorno di festa. A precederlo ci fu una telefonata al negoziante che chiedeva la cortesia – dato che il cliente era un parente del maresciallo della locale stazione dei carabinieri – di non farlo pagare perché il militare avrebbe saldato di persona successivamente. Catena in questo modo ottenne pietanze per 89 euro. E ne avrebbe avuto ancora se l’indomani il titolare, insospettito, non avesse fatto storie chiedendo di parlare con il maresciallo. A processo per sostituzione di persona e truffa, è stato assolto dal primo capo di imputazione ma condannato per il secondo. Il suo avvocato difensore, Laura Ferrara, aveva sostenuto che la scusa addotta era così puerile che era facile da smascherare e che l’imputato non avrebbe potuto trarre in inganno nessuno, tesi non condivisa dal giudice Rosa Maria Fornelli che l’ha ritenuto colpevole assegnandogli una pena di 6 mesi e 200 euro.