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TORINO – 13.04.2016 – L’inchiesta sui dipendenti

regionali assenteisti a Villa San Remigio è da riaprire. Lo dice a Torino il Movimento 5 stelle che tramite il consigliere regionale Paolo Andrissi ha dato un risvolto politico alla vicenda nata nel 2013 tra gli uffici decentrati della Regione, la Procura della Repubblica e il comando della Guardi di finanza. Alla segnalazione che alcun funzionari timbravano – o lasciavano che a farlo fossero altri – e poi uscivano per incombenze personali, la magistratura aveva risposto affidando l’indagine alle Fiamme Gialle. Piazzata una telecamera vicino alla timbratrice, i militari hanno iniziato a seguire i sospetti, pedinarli al supermercato, dal medico e in altri luoghi che non avevano a che vedere con la mansioni professionali. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Bianca Maria Baj Macario (oggi trasferita a Milano), s’è chiusa con sei richieste di rinvio a giudizio per cinque dipendenti e un familiare di uno di loro. Il gup Elena Ceriotti il 15 giugno valuterà gli eventuali riti alternativi (patteggiamenti o rito abbreviato) o il rinvio a giudizio.

Nel frattempo, dalla lettura delle carte del fascicolo, è emersa una circostanza che alcuni indagati ritengono “strana”, la presenza di una dipendente in forza a un altro settore che, pur non dovendo timbrare, viene vista farlo. Perché non è stato fatto nulla? Per chi l’ha fatto? sono le domanda che si pone il consigliere pentastellato, autore di un’interpellanza discussa ieri a Palazzo Lascaris alla quale l’assessore competente, Giovanni Maria Ferraris, ha risposto rimandando alla magistratura e alle autorità competenti queste valutazioni.

Andrissi, che si chiede anche perché non sia intervenuto nessun provvedimento disciplinare – due dei cinque sono in pensione, gli altri ancora in servizio – pretende chiarezza, così come uno degli indagati che ha esposto questi dubbi alla procuratrice verbanese Olimpia Bossi e al Consiglio superiore della magistratura. 

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