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VERBANIA – 30.10.2015 – Una stangata. Il giudice

del tribunale di Verbania Raffaella Zappatini ha inflitto una dura condanna alla coppia di etnia sinti autrice di 13 furti in provincia nel 2014. Anna Cena e il marito Emiliano Di Glaudi, di 44 anni, sono stati condannati a 10 anni, 3.000 euro di multa e al risarcimento provvisionale alle tre parti civili per un totale di 65.000 (40.000, 15.000 e 10.000). La sentenza è stata ancor più pesante della richiesta del pm Anna Maria Rossi, che aveva chiesto una condanna a 8 anni.

Nei confronti di Di Glaudi – che si trova in carcere per altri reati – e della moglie hanno pesato i precedenti. Respinta la linea difensiva degli avvocati Cristina Botto e Marisa Zariani che contestavano le identificazioni dei loro clienti e che avevano già contestato l’eccessiva durezza della richiesta del pm.

Cena e Di Glaudi sono stati riconosciuti colpevoli delle numerose truffe messe a segno ai danni di signore anziane contattate in casa. Con una scusa si facevano invitare a entrare e mentre lei distraeva la padrona di casa lui portava via denaro, monili e oggetti di valore.

Furono scoperti perché nel mese di ottobre, lasciando Domodossola, vennero intercettati dai carabinieri che avevano ricevuto l’allarme da una signora truffata. A attendere la coppia sull’autostrada A26 c’era una gazzella. All’alt intimato dall’Arma i due risposero tentando di fuggire e colpendo il veicolo. Furono arrestati e le loro foto, mostrate alle vittime degli altri colpi, portarono alla loro incriminazione. Tra le prove l’accusa ha anche prodotto i tabulati telefonici dei cellulari rinvenuti nell’auto che indicavano la loro presenza nel Vco nei giorni dei “colpi”.

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