VERBANIA – 23.01.2018 – Il trucco era sempre lo stesso,
semplice ma infallibile, che in pochi giorni ha beffato tre tabaccai “alleggeriti” di 1.000 euro. La truffa delle Poste-pay con le finte banconote da 100 euro è la specialità di un uomo che, nel giugno 2016, ha colpito in due ricevitorie di Arona e in una di Dormelletto. Agli addetti, raggiunti di solito in tarda mattinata, a ridosso dell’ora di chiusura, si presentava chiedendo di ricaricare di 400 euro una carta Poste-pay. Forniva il codice fiscale e i dati necessari all’operazione e, come garanzia “inconscia” per il tabaccaio, posava sul bancone un rassicurante portafogli dal quale spuntavano in modo evidente alcune banconote verdi da 100 euro.
Questa è la messinscena comune alle tre truffe, iniziate nel medesimo modo. Una avvenne a Mercurago, nonostante la sorella del titolare, in quel momento alla cassa, fosse stata attenta. La donna s’era resa conto che i documenti mostrati non erano del cliente, persona peraltro mai vista, ma alla richiesta di chiarimenti il truffatore fu convincente nello spiegare che la ricarica era per conto dell’anziana madre. Quando l’operazione fu completata tramite apparecchio elettronico (quindi irreversibile), il cliente disse che gli mancavano i due euro della commissione e uscì come per andare a prenderli, lasciando il portafogli in bella vista. Non vedendolo tornare, la commessa aprì il borsellino e, con grande sorpresa, verificò che i quattro biglietti da 100 euro riportavano, su un lato, la scritta fac-simile. Insieme al fratello uscì a cercarlo, ma s’era dileguato. A Dormelletto, in un altro giorno, la storia si ripeté e la scusa, stavolta, furono 30 euro mancanti custoditi in auto. Il terzo colpo, identico, fu messo a segno in un giorno diverso in centro ad Arona, dove però la contitolare la ricevitoria – l’unica risarcita dalla propria assicurazione – disse che per questioni di credito doveva limitarsi a 200 euro di ricarica.
Tutti i truffati chiamarono i carabinieri e sporsero denuncia. Uno di essi fornì le riprese delle telecamere interne di videosorveglianza. Le indagini portarono a Franco Pellone, un uomo residente in Lombardia e con numerosi precedenti. Fu identificato tramite foto segnaletiche e ora è a processo al tribunale di Verbania per truffa.