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VERBANIA – 23.01.2018 – Indagare sul Cem-teatro Maggiore.

È questa la proposta avanzata dal Movimento 5 stelle e firmata da tre gruppi di minoranza: Sinistra & Ambiente, CittadiniConVoi, Immovilli-Chifu. L’istanza di una commissione di indagini riservata è stata depositata agli uffici e dovrà essere valutata dal Consiglio comunale che, se l’approverà, avvierà una lunga fase – otto i mesi previsti – in cui ascolterà dipendenti comunali, tecnici ed esterni per produrre una relazione conclusiva da sottoporre nuovamente all’assemblea di Palazzo Flaim.

L’oggetto dell’indagine è, in linea generale, il teatro-centro eventi. Si chiede infatti di riesaminare gli atti dal 2010, anno in cui si decise di spostare il progetto da piazza Fratelli Bandiera alla foce del San Bernardino. Da allora a oggi sono stati innumerevoli gli atti compiuti: da quelli politici (di indirizzo e di approvazione) a quelli tecnici (progettazioni, appalto, direzione lavori, incarichi…). Il tutto – specifica il M5S – finalizzato “all'accertamento di responsabilità”, “per verificarne la regolarità di tutto il processo sia nella parte burocratica che tecnica”. A sostegno di questa proposta vengono portate svariate ed “evidenti critictà”: un teatro ibrido con soli 500 posti a sedere, con divanetti poco ergonomici (piccoli e scomodi), le vetrate a lago che vanificano il cinema, la sala regia difficilmente accessibile, le sale polifunzionali senza impianti a torrette o pavimento, il bar con accessi pericolosi, il problema dell’altezza dei “gusci”, il ristorante piccolo e con finiture di scarso livello e finestre cieche, l’arena senza palco o strutture di supporto, la mancanza di locali accessori all’esterno, lo spreco di spazio dei “gusci” curvilinei e, soprattutto, la mancanza del Certificato di prevenzione incendi che al momento ancora non c’è.

Secondo i proponenti la Commissione “questi e altri accorgimenti dovevano essere valutati e visti in fase di progetto prima della realizzazione e non si può giustificare il fatto che possano essere sfuggiti a progettisti, direttore dei lavori, enti che hanno approvato il progetto e committente che deve vigilare sul procedimento”. Per tali ragioni, avendo già sollevato a maggio in Commissione Lavori pubblici il nodo dell’antincendio e non avendo avuto risposta, chiedono un passo in più e un’indagine interna formale.  

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