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VERBANIA – 19.11.2017 – La rivoluzione delle slot inizia domani.

In tutto il Piemonte entra in vigore la legge che, approvata un anno e mezzo fa dal Consiglio regionale, “stoppa” la maggior parte dei videogiochi e videoslot di bar, tabaccherie, ristoranti, ricevitorie…  Tecnicamente la norma ne proibisce l’uso in tutti quei locali – tranne le sale giochi autorizzate, di cui parleremo dopo – che si trovano a 500 metri (calcolati secondo il percorso pedonale più breve) di distanza da una serie di “luoghi sensibili”, 300 metri se il comune è sotto i 5.000 abitanti. I luoghi sensibili sono: tutte le scuole, centri di formazione per giovani e adulti, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali e case di riposo, oratori e strutture ricettive per categorie protette, banche e bancomat, negozi di compro oro, stazioni ferroviarie.

In Piemonte sono censiti 29.000 apparecchi (sui 407.000 italiani) e si stima ne verranno spenti 20.000, cioè poco meno del 70%. Questa decisione ha quindi un grande impatto, anche economico. In primis sui gestori e distributori delle videoslot, in seconda battuta su baristi e esercenti, e poi anche sullo Stato. L’erario trae da questi videogiochi un lauto guadagno (il comparto dei giochi d’azzardo legalizzato vale in Italia 96 miliardi e il 4% del Pil nazionale) e, nonostante i costi connessi alla ludopatia – 800.000 persone ne sono affette e 1,7 milioni sono a rischio – non ha alcuna intenzione di perderci, soprattutto così repentinamente e in modo così drastico. Non è infatti un mistero che la linea dura assunta dal Piemonte in virtù di una legge nazionale che ha lasciato ampia discrezionalità alle Regioni non sia gradita a Roma. In settimana la conferenza dei capigruppo a Palazzo Lascaris (la legge regionale è stata adottata dal Consiglio) ha discusso della richiesta di rallentare giunta dal governatore Sergio Chiamparino, a sua volta tirato per la giacca dal ministero dell’Economia. A Roma, infatti, si sta discutendo della riforma del settore secondo criteri più soft rispetto a quelli votati dal Piemonte nella primavera del 2016. Solo due mesi fa la conferenza Stato-Regioni ha approvato un documento che impegna a smantellare entro il 2019 il 35% delle vlt riducendo del 45% i punti gioco: da qui l’imbarazzo di chi s’è schierato con forza contro le ludopatie.

Tornando alle ricadute concrete della legge, da domani chi sgarra e viene sorpreso è multato con un’ammenda tra 2.000 e 6.000 euro per ogni apparecchio fuorilegge, cui saranno apposti i sigilli.

E le sale giochi autorizzate? Al momento sono escluse dalla riforma, ma solo perché è stata concessa una moratoria. Per chi ha un’autorizzazione antecedente il 2014 la legge scatta tra un anno e mezzo, per chi l’ha avuta dopo entro metà 2021.

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