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VERBANIA – 10.11.2017 – I suoi guai sono iniziati 

con la legge Fornero che ne ha rinviato la quiescenza e con un muratore troppo invadente. Nei progetti di vita di una donna che lavora tutta la settimana a Milano e che era prossima alla pensione c’era un bel appartamento a Arona. L’aveva acquistato tramite agenzia immobiliare nel giugno 2014 e voleva che fosse dotato di alcuni comfort, a iniziare da una vasca con idromassaggio. Non conoscendo imprese a cui rivolgersi, fece affidamento su un muratore conosciuto proprio nell’agenzia immobiliare e che si diceva desideroso, anche per ragioni economiche, di lavorare.

Le parti concordarono opere per 23.000 euro e la committente ne versò metà come acconto. La ristrutturazione procedette con difficoltà, con contestazioni sulla qualità delle opere e con fornitori che reclamavano denaro nonostante gli ulteriori pagamenti della committente. A questi problemi contrattuali se ne aggiunsero altri di carattere personale, cioè che il muratore utilizzava più del dovuto l’appartamento che aveva in custodia per eseguire le opere. La donna, che ha sporto denuncia anche per altri episodi più gravi – minacce e insulti – s’era accorta che il divano era stato usato, i sanitari idem e erano finiti intasati e che la vasca a idromassaggio, quel regalo rilassante che s’era voluta fare, era spesso sporca. Notando anche che gli oli essenziali utilizzati per il bagno diminuivano, s’era convinta che l’appaltatore la usasse quasi come la sua abitazione, gli aveva chiesto che le fosse restituita la copia delle chiavi affidatagli e, in difetto, l’aveva denunciato. Il muratore è ora a processo a Verbania per appropriazione indebita aggravata. La committente, che pure ha cambiato serratura, si dice spaventata e non frequenta più quella casa che, forse, riavrà quando la legge Fornero le consentirà di andare in pensione.

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