VERBANIA – 07.11.2017 – Se ne va un altro pezzo del calcio verbanese.
S’è spento ieri all’ospedale “Castelli”, dopo lunga malattia e a pochi giorni dal suo ottantaseiesimo compleanno, Pietro Ferrari. Operaio alla Montefibre, ha legato il suo nome e il suo impegno per decenni alla causa biancocerchiata, come magazziniere e factotum del Verbania calcio. Pietro era uno dei pochi superstiti tra coloro che, nel 1959, parteciparono alla fusione tra Verbania e Libertas Pallanza che portò alla nascita del Nuovo Verbania, il club che dopo alterne fortune e un fallimento, da due stagioni non disputa più alcun campionato e che, inattivo, di fatto è sparito dal panorama sportivo cittadino e provinciale. Nella narrazione popolare Ferrari è stato colui che ha inventato la maglia biancocerchiata che, ispirandosi al blucerchiato della Sampdoria (fusione di Sampierdarenese e Andrea Doria), metteva insieme i colori delle due ex città Intra e Pallanza. Il giallo e blu pallanzese, fusi con il bianco e rosso intrese, diedero vita a una casacca bianca con al centro tre strisce giallo, blu e rosso. Quell’idea nacque molto probabilmente alla Montefibre, dove uno dei due presidenti della fusione, Remo Cova (l’altro era Gianni Meierhofer), era dirigente, e alla quale prese parte anche Ferrari, che può essere definito papà dei colori biancocerchiati.
Dai fasti della serie C ai periodi più difficili, Ferrari è sempre rimasto vicino alla società e alla squadra, sia quando svolgeva l’incarico di magazziniere, sia quando non era nei quadri societari. Il suo amore per quella maglia e per lo stadio era viscerale. E guai a chi lo toccava o aveva da ridire perché, assecondando un’indole tutt’altro che mansueta, Pietro non le mandava certo a dire.
Ferrari lascia la moglie Anna Maria e il figlio Enrico. I funerali saranno celebrati domani alle 11 nella chiesa di San Bernardino, a Sant’Anna.