VERBANIA – 04.11.2017 – Duecentosessanta milioni di euro
per 50 centesimi. È questo il valore di bilancio – quello certificato nei documenti contabili – di filiali, palazzi e stabili posseduti dalla ex Veneto Banca acquisita, insieme a popolare di Vicenza, da Intesa Sanpaolo nell’ambito dell’operazione che ha portato (al simbolico costo di un euro per entrambe, 50 cent l’una) alla messa in liquidazione di Veneto Banca e di Banca popolare di Vicenza con la cessione dell’intera rete e dei clienti a Ca’ de sass. Sono 116 le proprietà immobiliari inglobate, distribuite perlopiù tra Nordest (Veneto) e Nordovest (Piemonte settentrionale e Lombardia occidentale), aree storiche della vecchia popolare di Asolo e Montebelluna e della fu Banca popolare di Intra.
I pezzi più pregiati si trovano nel Trevigiano: la settecentesca Villa Spineda Gasparini Loredan a Volpago del Montello (20,2 milioni) e il centro direzionale di via Feltrina a Montebelluna (29,7 milioni di un palazzo moderno tutto vetro, cemento e acciaio), ma ci sono beni interessanti ovunque, e il cui futuro è ancora da stabilire, visto che l’operazione prevede accorpamenti di sedi e di sportelli. In Veneto alcune associazioni che tutelano gli azionisti beffati hanno già chiesto a Intesa Sanpaolo di donare alcune proprietà alle comunità, a parziale compensazione del danno patito. Più verosimilmente, tenendo comunque conto che il valore iscritto a bilancio non è quello di mercato (in buona parte dei casi il primo è nettamente superiore al secondo) verrà stilato un piano di razionalizzazione del patrimonio immobiliare, anche con cessioni.