VERBANIA – 01.11.2017 – Il furto ai danni di una ragazza
era avvenuto il 22 maggio 2016 al bar, durante l’aperitivo, in un locale di Meina in cui tra gli avventori c’era Sofia D’Ambrosio. La donna, che si trovava in compagnia di un bambino, fu notata da una delle amiche della derubata che s’era vista sottrarre la borsa contenente anche il bancomat. Insospettita, l’amica chiese se qualcuno conoscesse l’identità di quell’avventrice e riuscì a risalirne al nome e all’indirizzo di residenza, non distante dall’esercizio pubblico. Le fu anche suonato il campanello, chiedendo se per caso avesse preso la borsa, ma lei negò e nessuno insistette non avendo prove. Il furto della borsa ebbe come conseguenze l’uso indebito del bancomat, che qualcuno sfruttò, quella sera stessa, per due prelievi ravvicinati (alle 23,10 e alle 23,17) rispettivamente da 250 e 150 euro. Prelievi effettuati da una donna accompagnata da un bambino, visti da un operatore di un hotel dirimpetto lo sportello automatico. Le indagini svolte dai carabinieri hanno identificato in D’Ambrosio la responsabile che, processata a Verbania, è stata condannata per furto con destrezza e utilizzo indebito del bancomat a 9 mesi, 300 euro di multa (con pena sospesa e non menzione) e a un risarcimento di 3.500 euro più le spese di costituzione alla parte civile, la ragazza che subì il furto. Il pubblico ministero Maria Portalupi aveva chiesto 2 anni, 1 mese e 150 euro di multa.