VERBANIA – 28.10.2017 – I soldi per spargere il sale
sulle strade ghiacciate e per sgomberare la neve non ci sono, ma la Provincia (forse) firmerà ugualmente i contratti. Con il bilancio – in vero nemmeno approvato – in rosso per 3,6 milioni e la stagione invernale alle porte, il piano neve sui 500 chilometri di strade provinciali, quasi tutte di montagna, è diventato un’emergenza. Un’emergenza che il presidente Stefano Costa e la maggioranza (la minoranza, constatato che c’era il numero legale, non ha partecipato al voto perché nettamente contraria) hanno affrontato ieri in Consiglio provinciale votando un atto di indirizzo che dà mandato al dirigente del settore – l’ingegner Mauro Proverbio – a firmare i contratti con le ditte anche se i soldi a bilancio non ci sono. Il documento, anche se nessuno l’ha detto apertamente, è una “copertura” politica (una sorta di condivisione di responsabilità) data al dirigente a una forzatura a leggi e procedure.
Se l’intero consiglio ha concordato sul fatto che la sicurezza delle strade è inderogabile, che le provinciali non possono essere chiuse e che senza il piano neve l’ente è esposto alle responsabilità penali di eventuali incidenti stradali dovuti a neve e ghiaccio, le posizioni si sono divise sulle decisioni conseguenti.
Costa ha rimarcato il valore dell’atto di indirizzo come dimostrazione del senso di responsabilità degli amministratori, ritenendo che non vi siano rischi per gli amministratori che lo votano e che, se anche ci fossero, preferisce un richiamo della Corte dei conti piuttosto che la responsabilità di un incidente mortale. Con lui allineata la maggioranza: per il consigliere di maggioranza Silvia Tipaldi la situazione economica della Provincia si risolverà positivamente e non ci saranno problemi.
Dai gruppi di minoranza scetticismo e critiche. Giandomenico Albertella, sindaco di Cannobio, ha chiesto espressamente al presidente se, con l’atto di indirizzo, il dirigente avrebbe firmato ugualmente i contratti, sollecitandone la conferma diretta al Consiglio. “Mi ha detto che lo farà, la delibera l’ha avanzata lui…”, ha risposto pur senza chiamare il dirigente. Delibera che – ha sottolineato Albertella – non ha parere di regolarità contabile e vale poco. Delibera che – ha incalzato Luigi Spadone – è un obbrobrio giuridico: firmare contratti senza le disponibilità finanziarie è creare un debito fuori di bilancio che non si può fare. Il capogruppo della “Provincia per il territorio” ha richiamato i principi della legge Bassanini sulle responsabilità di politici e dirigenti, chiarendo che se è un atto gestionale lo firma il dirigente senza nessun intervento politico.
Chiuso il dibattito consiliare e approvata la delibera, la palla passa al dirigente, chiamato a firmare i contratti e a sperare che, in qualche modo, i soldi arrivino e abbastanza presto perché, quando le ditte avranno finito il loro lavoro, le fatture andranno pagate.