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TORINO – 27.10.2017 – Finalmente venduta

ma, forse, svenduta. In questi giorni i commissari liquidatori di Veneto Banca hanno concluso la trattativa di cessione delle quote (il 71,41%) possedute dalla ex popolare di Montebelluna in Bim – Banca intermobiliare, la banca d’affari torinese acquistata sotto l’era Trinca-Consoli, messa più volte sul mercato ma mai venduta. Il fondo inglese Attestor, tramite il veicolo Trinity, ha sborsato 24 milioni di euro, ai quali potrebbero aggiungersene altri se entro il 31 dicembre 2021 il bilancio dell’istituto presenterà determinati indici positivi. In concreto nell’immediato (ottenute le autorizzazioni dagli enti controllori) Attestor comprerà il 68,807% delle azioni, e il restante 2,606% potrà riscattarlo entro due anni, arrivando nella migliore delle ipotesi – per Veneto Banca in liquidazione – a circa 95 milioni. Per la quota che circola in Borsa a Piazza Affari ci sarà un’opa al prezzo di 0,224211 euro per azione.

Il nuovo socio di maggioranza immetterà 121 milioni di euro di nuovo capitale e presenterà un piano industriale e di ristrutturazione della banca che, secondo le aspettative della vigilia, sarebbe dovuta passare di mano per una forchetta compresa tra 100 e 150 milioni. Da qui la reazione dei mercati, con il crollo in Borsa del 41,56% e il commento negativo degli analisti, che parlano di svendita. E all’orizzonte si preannuncia anche un ricorso al Tar. Tra le società in corsa per Bim c’erano anche Warburg, Jc Flowers e Barents Re. Quest’ultima, esclusa in ultimo a favore di Attestor nella trattativa diretta, aveva formalizzato un’offerta più vantaggiosa, motivo per il quale ha già incaricato uno studio legale per presentare ricorso. 

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