VERBANIA – 24.10.2017 – Il sindaco di Cossogno
se ne va e, con lui che detiene anche la delega di San Bernardino Verbano, viene definitivamente meno il numero legale. Sono stati il Pd e la maggioranza che governa la Provincia a far “saltare” il banco nell’assemblea dei sindaci riunita ieri sera al Tecnoparco. Convocata su richiesta dei gruppi di minoranza per discutere della drammatica situazione finanziaria dell’ente, doveva votare la mozione per chiedere le dimissioni di massa dei rappresentanti del Vco e degli altri enti in difficoltà. Un atto eclatante, insomma, per far capire al governo che il disinteresse verso le Province e la mancanza di fondi adeguati mette in difficoltà tutti, a iniziare dai cittadini che pagano – per esempio – le mancate manutenzioni a strade e scuole. Era una presa di posizione politica, che ha visto il centrosinistra (nel 2014 monocolore a Roma, Torino e nei principali comuni del Vco) misurarsi con il centrodestra (ricompattato e ringalluzzito dalle elezioni di Lucio Pizzi a Domodossola e Paolo Marchioni a Omegna), deciso nel chiedere che si votasse il documento, mettendo in difficoltà la maggioranza che, temendo di andare sotto nei numeri, ha cercato di rinviare il voto di una settimana – “così potremmo trovare un testo condiviso e mantenere l’unità dimostrata negli ultimi tre anni” ha detto il presidente Stefano Costa, sindaco democratico di Baceno. “O rinviamo o io non partecipo al voto”, ha annunciato il verbanese Riccardo Brezza, che è anche vicepresidente dell’ente. Con lui hanno lasciato la sala Ravasio i colleghi di Baveno, Gravellona, Casale Corte Cerro, Belgirate e Calasca Castiglione (Crevola l’aveva già fatto), che hanno atteso fuori gli sviluppi. Quando il segretario generale ha ripetuto l’appello nominale i presenti erano 39, cioè il numero legale minimo, garantito paradossalmente dal presidente Costa, che ha tentato un’ultima mediazione per emendare la mozione inserendo una data entro cui farla valere, ma invano. E, così, prima che si votasse, il cossognese Doriano Camossi ha preso la direzione della porta facendo mancare il numero legale e anticipando quanto avrebbe fatto Luigi Milani di Falmenta.
Se ne riparlerà alla prossima seduta ma, al di là del merito della mozione, la serata di ieri, il cui dibattito è stato a tratti spigoloso, ha segnato l’avvio della campagna elettorale delle Politiche 2018.