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capriolo

VERBANIA – 20.10.2017 – Bracconaggio, omissione di soccorso,

violazione delle norme sanitarie, oltre a maltrattamento e uccisione di animali. Sono questi i reati che l’Ugda, l’Ufficio garante diritti animali, ipotizza nell’esposto presentato in questi giorni alla Procura di Verbania sul “caso” del capriolo morto in circostanze poco chiare a fine maggio a Trarego Viggiona e per il quale aveva proceduto con una denuncia già la polizia provinciale.

L’episodio “incriminato” accadde di sabato, quando alcuni villeggianti tedeschi residenti nel borgo del Verbano videro piombare sulla loro proprietà, scivolato probabilmente dalle rocce, un capriolo che rimase gravemente ferito. I turisti chiamarono un conoscente esperto di caccia, che lo portò via. Ma avvisarono anche la polizia provinciale, che quando raggiunse Trarego qualche ora dopo non trovò più l’animale. Che, morto e parzialmente macellato, si trovava nella cella frigorifera del ristorante dell’uomo cui era stato affidato. Per l’associazione animalista, oltre ai reati già contestati dalla polizia provinciale, se ne prospetterebbero altri. Come il bracconaggio perché l’uccisione è avvenuta al di fuori del calendario venatorio regionale. O come l’omissione di soccorso nell’ipotesi che il ferimento sia avvenuto a seguito di sinistro stradale secondo le ultime modifiche al codice della strada. O persino la violazione delle norme igieniche sugli alimenti nel caso l’ungulato fosse destinato alla tavola.

Il punto centrale, sul quale fin da giugno lavora la Procura verbanese, è stabilire se il capriolo è morto in conseguenza delle ferite riportate nella caduta – testimoniata dai turisti tedeschi – oppure se la fine sia stata accelerata da colui che l’aveva preso in custodia. 

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