VERBANIA – 16.10.2017 – S’è dichiarato estraneo
a ogni accusa e, per giustificarsi, ha detto di aver dato una copia dei documenti d’identità a una persona fuori dall’ufficio postale in cambio di 100 euro, ma non è stato creduto. Quattro mesi e 100 euro di ammenda, con i benefici della sospensione e della non menzione, è la pena stabilita dal got del tribunale di Verbania Marta Perazzo nei confronti di Dario Dabalà, residente in Veneto.
L’accusa è di aver portato a termine una truffa on-line ai danni di un ossolano, “alleggerito” di 300 euro, la somma concordata per l’acquisto tramite il sito subito.it di uno smartphone mai consegnato, versata tramite carta Poste-pay. A lui i carabinieri sono arrivati partendo dall’intestatario dei cellulari attraverso i quali è stata condotta la trattativa e dall’intestatario della carta ricaricabile. Per Simona Grossi, difensore d’ufficio di Dabalà, dagli atti d’indagine emergerebbe davvero la circostanza per cui, in difficoltà economica, abbia ceduto i documenti tanto che colui che avrebbe condotto la trattativa con la vittima si sarebbe vantato al telefono di poter restare impunito perché tutti i documenti erano intestati a un barbone.