VERBANIA – 02.10.2017 – Ha comprato un’auto
su internet che l’ha lasciato a piedi e che, gravata da un fermo amministrativo per tasse non pagate, tiene in cortile da due anni senza sapere che cosa farne. È nata sul web, iniziata a Cuneo e finita a Verbania, la truffa patita da un giovane della Provincia Granda. Nell’estate del 2015 vide su un sito di compravendite on-line una Rover Tourer del 2004, una station wagon un po’ demodé ma che faceva al caso suo. A venderla, per 1.500 euro, era Vladimiro Angeli, un quarantottenne originario del Milanese ma residente a Verbania. L’acquisto fu perfezionato tra e-mail e telefonate e il 6 luglio il giovane cuneese con la fidanzata salirono sul Lago Maggiore per chiudere l’affare. Si trovarono tutti e tre in un parcheggio e, a fronte della consegna delle chiavi e dei documenti del veicolo (revisionato quella mattina stessa), al venditore furono consegnati 1.500 euro in contanti. La coppia trascorse qualche giorno di vacanza in zona, poi ridiscese verso il basso Piemonte. La prima disavventura capitò a Torino, dove si ruppe la frizione della Rover, riparata per 1.100 euro. Successivamente al rientro, la fidanzata dell’acquirente si recò alla Motorizzazione a registrare il passaggio di proprietà, scoprendo che era stato apposto il fermo amministrativo perché risultava un debito di 7.000 euro. Il veicolo era inutilizzabile e di ciò fu chiesto conto a Angeli, che però non si fece più trovare. L’acquirente sporse denuncia e l’uomo è stato rinviato a giudizio a Verbania per truffa aggravata. Nonostante il suo difensore d’ufficio, avvocato Davide Bianchi, abbia sostenuto trattarsi di semplice illecito civile e non di una truffa, il giudice Marta Perazzo l’ha condannato a 4 mesi e 200 euro di multa – il pm Anna Maria Rossi ne aveva chiesti 6 – con il beneficio della sospensione della pena e della non menzione e un risarcimento alla parte offesa costituita parte civile di 2.000 euro (la richiesta era di 6.100) più le spese di costituzione.