VERBANIA – 02.10.2017 – Anche gli alloggi
della piattaforma Airbnb e le case vacanze in generale pagheranno l’imposta di soggiorno. Giovedì sera il Consiglio comunale di Verbania ha approvato le modifiche al regolamento della tassa istituita nel 2011 e che prevede, per ogni notte trascorsa da ogni turista in città, il pagamento di una quota proporzionale alla qualità della struttura ricettiva che va da 0,50 a 2,50 euro. La novità riguarda le cosiddette “locazioni brevi”, cioè quei contratti stipulati con privati che affittano per pochi giorni o poche settimane appartamenti spesso reperiti tramite portali (come Airbnb) o su internet. Dal 2011 a oggi questi appartamenti non rientravano nel novero delle strutture ricettive – anche se c’è l’obbligo di comunicare alla questura l’identità di ch pernotta – e le uniche regole erano imposte sul numero di case che ciascun privato poteva utilizzare a questo fine (ciò per stabilire il confine, a scopi fiscali, tra attività estemporanea e business vero e proprio). Negli ultimi mesi però sono intervenuti prima il governo con un decreto legge in giugno e la Regione Piemonte con una legge ad hoc in agosto che hanno istituzionalizzato le locazioni brevi, assoggettandole all’imposta di soggiorno e stabilendo le modalità di riscossione e pagamento della stessa da parte dei proprietari. Verbania s’è limitata a recepire le novità e a adeguare il regolamento.
Per i turisti nulla cambia. I proprietari degli appartamenti in locazione breve, che diventano agenti contabili, dovranno incassare l’imposta di soggiorno e versarla entro il giorno 16 del mese successivo al pernottamento, trasmettendo entro il 30 gennaio dell’anno successivo il conto giudiziale redatto sul modello ministeriale. Le dichiarazioni parziali, incomplete o false sono punite con multe da 150 a 500 euro.