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VERBANIA – 29.09.2017 – L’auto esce dalla piazzola di sosta,

compie un’azzardata inversione a “u” e taglia la strada a una Vespa che sopraggiunge il cui conducente, ruzzolando a terra, si procura una brutta frattura della clavicola con prognosi di sei mesi. Dinamica e conseguenze del sinistro avvenuto attorno alle 18,50 del 7 giugno 2014 a Nebbiuno, in via Provinciale Alto Vergante, sono l’unica certezza, finora, del processo per lesioni colpose aggravate che vede imputato al tribunale di Verbania Mario Tripodi, che si proclama del tutto estraneo ai fatti. A lui la polizia è giunta partendo dalla denuncia del ferito e da “EK”, le prime due cifre scorte dai testimoni della targa dell’auto – un mini-suv di colore bianco, di marca sconosciuta – che era sbucata dalla piazzola e che aveva lasciato subito il luogo dell’incidente. Analizzando i filmati della più vicina (a 5-7 minuti d’auto) telecamera di sorveglianza, a Massino Visconti, l’ispettore incaricato delle indagini aveva estrapolato tre possibili responsabili: una donna, un uomo e Tripodi che, dati gli orari di passaggio, era l’unico compatibile nel mezzo e a quell’ora.

Nella lunga udienza tenutasi ieri al tribunale di Verbania di fronte al giudice Raffaella Zappatini, i diversi testimoni che hanno ricostruito con precisione la dinamica dell’incidente, non hanno saputo indicare con certezza, né l’auto, né la persona che la guidava, lasciando aperti i dubbi che andranno approfonditi l’8 febbraio 2018, quando testimonierà anche l’imputato. 

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