VERBANIA – 27.09.2017 – Marco Tacchini
è capace di intendere e di volere: lo è per essere processato e lo era la vigilia di Natale dell’anno scorso, quando uccise la compagna – e madre di sua figlia – Alessia Partesana. S’è concluso con un passo verso la richiesta di rinvio a giudizio l’incidente probatorio che s’è tenuto stamane di fronte al gip del tribunale di Verbania Beatrice Alesci. Il magistrato ha ascoltato gli psichiatri che hanno esaminato il 34enne verbanese reo confesso del femminicidio di Bee. Per i professori Luigi De Mori e Nicola Poloni, rispettivamente consulente della Procura e del tribunale, Tacchini non ha patologie che gli impediscono di stare in giudizio, né vi sono elementi per affermare che, nel suo gesto omicida, fosse incapace di intendere. Di diverso avviso il dottor Renato Farina, consulente della difesa, che s’è rifatto anche a un parere di una psichiatra dell’Asl Vco rilasciato nei mesi precedenti il fatto di sangue. Il giudice ha privilegiato la linea dei consulenti e ha rigettato le eccezioni dell’avvocato Gabriele Pipicelli, subentrato da qualche settimana nella difesa del giovane. “Abbiamo chiesto al giudice quantomeno un supplemento di indagini per far esaminare ai periti il video del primo interrogatorio del mio assistito – dichiara Pipicelli –. Prendiamo atto della decisione, ma siamo anche convinti delle osservazioni del nostro consulente e svolgeremo ulteriori indagini difensive”.
Risolto l’incidente probatorio, la Procura può procedere con la richiesta di rinvio a giudizio, da portare in udienza preliminare alla presenza delle parti, comprese le eventuali parti civili. In quella sede la difesa potrebbe già optare per un rito alternativo. Nel caso si andasse al dibattimento, invece, il processo si terrebbe a Novara in Corte d’assise, con il collegio di magistrati affiancato dai giudici popolari.
All’udienza di oggi erano presenti anche gli avvocati Liana Guarducci e Francesco Mora, che rappresentano le famiglie e le figlie di Alessia Partesana. Quando fu uccisa, la 29enne operatrice sociosanitaria dell’Opera Pia Uccelli di Cannobio si trovava nella casa di Bee che condivideva con il compagno e con la figlia piccola (l’altra, avuta da una precedente relazione, vive con il padre), che al momento dell’aggressione – la mattina presto – si trovava in camera da letto. Tacchini, che vedeva la relazione esaurirsi, al termine di una discussione ha afferrato un coltello da cucina e ha inferto 32 colpi alla schiena della compagna, che è morta quasi all’istante. Poi ha chiamato i carabinieri e s’è costituito. Il giovane si trova in carcere ormai da sette mesi. È recluso a Novara, sottoposto a cure di psicofarmaci.