VERBANIA – 25.09.2017 – Un saluto civile
e uno religioso, un addio partecipato e commosso. Tra la camera ardente allestita sotto i Portici di Palazzo di Città e la basilica di San Vittore a Intra, oggi Verbania e Cossogno hanno salutato Giacomo “Mino” Ramoni, 82enne ex sindaco a Verbania negli anni ’80 e a Cossogno negli anni ’90. A ricordarne l’impegno civico e politico è stato, a mezzogiorno a Pallanza, l’ex ministro delle Infrastrutture Nerio Nesi, cui Ramoni – socialista della corrente lombardiana – era legato da lunga e salda amicizia personale.
In basilica don Costantino Manea ha presieduto la cerimonia cui hanno partecipato i sindaci Silvia Marchionini e Doriano Camossi, il vicepresidente della Provincia Riccardo Brezza e il deputato Enrico Borghi. Tra i banchi numerosi colleghi, alleati e avversari politici, appartenenti a diverse generazioni. Ma anche gli amici del Cai e gli ex colleghi dell’istituto “Cobianchi”, in cui era stato assistente di laboratorio. Il sacerdote ha ricordato la figura di Ramoni, non solo per la politica e l’impegno civile e culturale, ma anche per il ruolo di marito, per più di cinquant’anni a fianco della moglie Pinuccia, e di padre. I figli Claudio e Carlo l’hanno salutato ringraziandolo per essere stato sempre loro vicino, pur senza forzarli nelle scelte, lasciandoli liberi di assecondare le proprie aspirazioni. Il ricordo del nonno è toccato poi ai quattro nipoti, che hanno concluso i loro interventi con un corale “as vègum”, un saluto dialettale che per Ramoni era un’abitudine, ma anche un segno della propria personalità. “Sono onorato di essere stato suo amico negli ultimi trent’anni – ha detto Camossi, attuale primo cittadino cossognese –. Le tante persone qui presenti oggi ci dicono quanto fosse ben voluto. Era uomo onesto, tenace, a volte duro, ma anche una persona semplice come semplici sanno essere i grandi. Mercoledì il suo banco in Consiglio comunale resterà vuoto, ma il vuoto che ci lascia è molto più grande, difficile da colmare. Ci proveremo con l’impegno di metterci tutta la passione che aveva lui”.
Di un politico “capace e originale, che a proprio volergli trovare un vizio era l’ostinata pignoleria” ha parlato Bruno Lo Duca, ex socialista che ha sottolineato come, con la fine della Prima Repubblica e del Psi, Ramoni abbia incanalato la sua passione “in un impegno civico”. Ha scritto di Cossogno e delle sue genti, storie di quella montagna che amava e frequentava. Solo poche settimane fa era andato a piedi a Nolezzo. E in estate aveva raggiunto il Piancavallone. Gli amici del Cai Verbano, di cui era da tanti anni socio, l’hanno voluto ricordare nei bei momenti trascorsi insieme.
“Era un combattente e pensavo che la sua tempra fisica e la sua volontà gli avrebbero fatto superare i problemi di salute”, ha esordito Marchionini, che ne raccoglie l’eredità politica e che l’ha definito un “esempio”. “S’è speso sempre per il Partito socialista, per Verbania, per Cossogno, per la Val Grande – ha aggiunto –. L’ha fatto con la sua capacità di mediazione, quella vera della politica, sempre rivolto al futuro, fedele alle sue idee e non alla convenienza. E con modi semplici. Il meglio di sé l’ha dato da sindaco di Verbania, in un periodo difficile per la città. Si definiva socialista, popolare e laburista e quando s’è fatto da parte ha saputo anticipare quel rinnovamento della classe dirigenziale che s’è verificato poi quindici anni dopo”.
Dopo la cerimonia la salma ha proseguito per il cimitero di Domodossola, dove sarà cremata. Le ceneri saranno tumulate nella tomba di famiglia al cimitero di Cambiasca.