BERNA – 25.09.2017 – No all’innalzamento
dell’età pensionabile delle donne e al finanziamento extra del sistema pensionistico. La bocciatura di “Previdenza 2020”, il pacchetto che il governo e il parlamento elvetico hanno approntato per riequilibrare i conti previdenziali adeguandoli all’aumento dell’aspettativa di vita e al numero di persone in quiescenza, è arrivato dalle urne. I due quesiti referendari sulle pensioni sottoposti ieri agli svizzeri sono stati respinti. Quello che aveva come punto saliente l’allungamento dell’età pensionabile delle donne di un anno (da 64 a 65, come gli uomini) è stato bocciato con il 52,7% dei voti e da 18 cantoni – non il Ticino, né il Vallese – su 26; quello sul finanziamento dell’Avs (Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti) con un prelievo sull’Iva non è passato di poco (50,05% a 49,5%).
Non è la prima volta dal 1997, ultima occasione in cui passò una riforma previdenziale, che la Svizzera vede abortiti i progetti di revisione del sistema pensionistico, che resta comunque un obiettivo del governo di fronte alle previsioni economiche di squilibrio per i prossimi anni dovuti, da un lato all’aumento dell’aspettativa di vita, e dall’altro dal prossimo pensionamento della numerosa generazione dei nati negli anni ’50 e ’60 (quelli del boom economico), che avrà un certo impatto sulle casse dell’Avs.