VERBANIA – 21.09.2017 – Il forno crematorio
di Verbania inquina più di un impianto di incenerimento rifiuti. È questo l’esito delle analisi supplementari ai fumi dell’impianto pallanzese realizzate la scorsa settimana a Sant’Anna da un laboratorio privato e comunicate in questi giorni. Se tutti i parametri che rientrano nell’autorizzazione rilasciata dalla Provincia per le emissioni in atmosfera sono entro i limiti, i conti non tornano per due “voci” mai campionate sinora: ammoniaca e diossine. La prima è stata trovata in concentrazioni quasi quattro volte superiori al limite di legge, la seconda poco meno del doppio. Secondo la normativa degli inceneritori di rifiuti, l’ammoniaca non dovrebbe superare i 30 mg/Nm e i Pcdd (le diossine) lo 0,1 ng(I-TEQ)/Nm. Le analisi effettuate il 14 settembre dalla Vesa snc di Gravellona Toce, commissionate dal Comune su richiesta di Arpa e Provincia si sono attestate rispettivamente a 115 mg/Nm e a 0,19 ng(I-TEQ)/Nm.
Le misurazioni sono state effettuate riattivando l’impianto fermo da prima di Ferragosto, quando sono iniziati i lavori di adeguamento al sistema di dosaggio dell’urea disposti da Arpa nell’ultimo dei quattro verbali che ha rivelato violazioni amministrative e con risvolti penali nella gestione dei rifiuti e nelle cremazioni, compreso un desunto (dalla quantità di additivo utilizzata, inferiore al dovuto) inquinamento in atmosfera. Questo responso potrebbe avere ripercussioni sull’autorizzazione all’uso del crematorio, che resta ufficialmente chiuso sino al 25 novembre o quando Arpa e Provincia non ne autorizzeranno l’apertura.