VERBANIA – 21.09.2017 – Al cimitero di Pallanza
non c’è posto per le ceneri del Quarantatre, che restano in magazzino. A oltre un mese dalla cerimonia nella quale i resti del partigiano Carlo Suzzi, l’unico sopravvissuto dell’eccidio di Fondotoce del 20 giugno 1944, furono portati a Verbania dalla figlia e dai familiari, l’urna giace nel magazzino del tempio crematorio di Pallanza.
Il motivo? Tutti i colombai del settore del camposanto dedicato alle vittime degli eccidi partigiani (di Fondotoce e di Pogallo) sono occupati. Da sempre il corridoio che conduce all’odierna sala del commiato, nella parte centrale in fondo al cimitero, è un omaggio alla memoria, come evocano le due scritte murali, di cui una riferita proprio a Fondotoce: “perché non si spenga / nelle memorie e nel cuore / l’eco / delle barbarie raffiche / che / nella tragica sera / del 20 giugno 1944 / selvaggiamente / stroncarono la vita / ma non l’anelito di libertà / dei / 42 martiri di Fondotoce”.
Lì, in un quadrato di 49 loculi, riposano le spoglie di alcuni dei 42 martiri, noti e ignoti. Ma anche uomini e donne caduti a Pogallo, Aurano o in altri luoghi in cui si combatté tra il 1940 e il 1945. Ma anche quelle di Armando Calzavara, il comandante “Arca” scomparso nel 2000 a Roma a seguito di un incidente d’auto. Alcuni colombai, tuttavia, sono stati utilizzati per tumulazioni ordinarie negli anni passati, non lasciando più alcuno spazio per Suzzi. Il Quarantatre, sopravvissuto al piombo tedesco e spentosi il 16 luglio in vecchiaia a 90 anni in Thailandia, dovrà aspettare ancora. Due mesi sono passati dalla sua morte, e altro tempo trascorrerà prima che un colombaio venga liberato per lui, chiudendo quel cerchio che s’era aperto il 20 giugno 1944.