TORINO – 08.09.2017 – Giro di vite
contro il gioco d’azzardo legalizzato. Ridurre i videogiochi, le macchinette slot che negli ultimi anni hanno invaso le città d’Italia distribuendosi tra locali pubblici e veri e propri punti gioco dedicati, pare ormai una linea politica ben definita. E non solo nelle singole Regioni – tra cui il Piemonte – che una legge in questo senso l’hanno già approvata. A Roma, dopo oltre un anno e mezzo di dibattito, la conferenza Stato-Regioni ha approvato un accordo che punta, entro tre anni, a dimezzare le sale giochi, che oggi sono 98.600 e che scenderanno a circa 50.000. Gli apparecchi singoli sono circa 265.000, di cui 142.000 saranno smantellati entro l’anno prossimo.
Nell’accordo, però, c’è una clausola particolare che favorisce le Regioni e che assegna a ciascuna la facoltà di intervenire con norme più restrittive di quelle nazionali. Ciò significa che è demandato alle realtà territoriali il compito di stabilire quale sia la linea di condotta per regolamentare le “slot”. Il Piemonte, in questo senso, è già avanti perché ha approvato una legge contro la ludopatia e ha invitato i sindaci a emettere ordinanze per la limitazione degli orari di gioco, circostanza che ha portato anche a contenziosi legali non ancora esauriti con i gestori degli apparecchi. Dal mese di dicembre sarà operativo il cosiddetto “distanziometro”, lo strumento che, in questa prima fase per i soli locali pubblici, obbliga a staccare i videogiochi troppo vicini ai punti sensibili, come luoghi di culto, scuole, impanti sportivi, ospedali, banche, stazioni ferroviarie… La distanza è di 300 metri nei comuni sotto i cinquemila abitanti e di 500 in quelli sopra, che nel Vco sono otto: Verbania, Domodossola, Omegna, Villadossola, Gravellona Toce, Cannobio, Baveno e Stresa.
L’intesa Stato-Regioni avrà ricadute economiche sulle entrate fiscali dello Stato – oggi stimate in circa 10 miliardi –, che gli oppositori del gioco legalizzato hanno sempre definito “biscazziere”, attento cioè più alle cifre introitate che ai costi sociali delle ludopatie e all’effetto sui bilanci familiari dei giocatori.