CANNOBIO – 27.08.2017 – Cantante e cantore,
attore, scrittore e cabarettista, cultore di un’identità e di una tradizione con il Lago Maggiore nel cuore. S’è spento oggi all’ospedale di Varese Nanni Svampa. Aveva 78 anni e per oltre quaranta ha raccontato il mondo popolare milanese e lombardo, di cui il Verbano – anche quello piemontese – è una propaggine molto più di quanto sia legato alla cultura sabauda. E con il Verbano Svampa ha sempre avuto un saldo legame, per quell’infanzia trascorsa nella seconda casa di famiglia a Cannobio e per l’adolescenza da sfollato a Porto Valtravaglia, sulla sponda lombarda, dove poi ha vissuto a lungo.
Laureato in Economia e Commercio all’Università “Bocconi” di Milano, trovò la sua strada non nei numeri e in quel posto in banca che gli ispirò una canzone, ma nella musica. Era ciò che ai tempi – negli anni ’60 – si definiva uno chansonnier. Scoprì il cantautore francese Georges Brassens, del quale tradusse i testi in italiano. Dopo una prima formazione musicale, “I soliti idioti”, fondò “I Gufi” con Gianni Magni, Roberto Brivio e Lino Patruno. E ebbe successo con testi dialettali (da solista ha curato l’antologia della canzone lombarda), umoristici ma anche impegnati. La sua è stata una carriera lunga, non solo in campo musicale. Il suo legame con il Verbano si rinsaldò una dozzina d’anni fa, quando Svampa curò una raccolta di poesie in dialetto – alcune scritte dal padre – dal titolo “Boff de Canobina” (vento di Cannobina), pubblicata da Tararà.