VERBANIA – 07.06.2017 – Lascia strascichi polemici
e una scia di veleno il ricorso che il pentastellato Roberto Campana ha presentato sul bilancio 2017 e che il Tar Piemonte ha respinto. Contro il consigliere grillino ancora ieri, prima e durante la conferenza dei capigruppo, c’è stata una dura presa di posizione di Filippo Marinoni e Fausto Cavallini della lista civica “Con Silvia per Verbania”. I due marchioniniani nella prima serata hanno diffuso una nota stampa in cui comunicavano di “aver appreso” che “dopo la presentazione della nostra mozione (protocollata il 29 maggio) per discutere la sua incompatibilità, avrebbe ritirato il ricorso al Tar”. In realtà la notizia era infondata (leggi la sentenza) se non che, per evitare la contestazione di essere incompatibile e avendo ricorso sia come consigliere comunale, sia come privato cittadino, il “grillino” ha ritirato la seconda costituzione tramite il suo legale in udienza. “Questa volta non si è dovuti arrivare in Consiglio comunale per accertare l'inammissibilità – hanno dichiarato, smentiti poi dai fatti, anche se in realtà i giudici non si sono espressi su questo aspetto –, c'è stata un'implicita e preventiva ammissione dell'incompatibilità da parte dello stesso ricorrente in giudizio”. I marchioniniani hanno poi calcato la mano “anche se, fino ad ora, questo dietrofront è passato in silenzio, ci teniamo a sottolineare che il consigliere è rimasto in situazione di incompatibilità dal 26 aprile al 31 maggio, se non avessimo pubblicamente richiamato questa incongruenza lo sarebbe tuttora”.
L’esito del ricorso e i tecnicismi della sentenza sono stati poi discussi nella successiva conferenza dei capigruppo, tenutasi in serata, che ha deciso di non mettere nemmeno all’ordine del giorno la mozione della civica per dichiarare incompatibile Campana. Ciò nonostante lo stesso Marinoni (nella foto) abbia insistito perché arrivasse ugualmente in aula e se ne parlasse.
Una vicenda amministrativa, come fu due anni fa quella di Michael Immovilli di Forza Silvio, è quindi diventato un caso politico, condotto con un attacco frontale anche scavalcando il presidente del Consiglio comunale Pier Giorgio Varini. In occasione della vicenda Immovilli, infatti, non ci fu alcuna mozione diretta di consiglieri comunali, ma la contestazione venne rilevata e la procedura seguita dall’allora presidente dell’assemblea municipale Marco Bonzanini.