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MONTEBELLUNA – 04.04.2017 – A Veneto Banca

è ancora profondo rosso. Ieri pomeriggio il cda dell’istituto di credito ha approvato il bilancio 2016 che sarà sottoposto al voto dell’assemblea dei soci il 28 aprile. E i numeri sono ancora una volta negativi, con il passivo che si attesta a -1,5 miliardi di euro, frutto in gran parte dell’ennesima svalutazione dei crediti (per quasi 1,3 miliardi) e di 434 milioni di accantonamenti per il fondo rischi. Cala l’indice di patrimonializzazione. Il Cet1 s’attesta a 6,39%, sopra la soglia minima ma sotto a quel 10,25% chiesto dalla Bce dopo gli stress test di dicembre. Dopo aver chiesto 3,5 miliardi di bond garantiti dallo stato due mesi fa, Veneto Banca s’appresta a chiedere altri 1,4 miliardi. Il denaro liquido è necessario per fare fronte alla fuga dei clienti. Nel 2016 la raccolta diretta, cioè il denaro versato dai correntisti, è calata del 17,8% e il 2017 non è iniziato nel migliore dei modi, soprattutto per via di quanto sta accadendo sull’asse Montebelluna-Roma-Francoforte: che il rischio di bail in dell’istituto sia reale o meno, il solo parlarne ha prodotto un’ulteriore emorragia. Su quel fronte le notizie che filtrano dalla sede della Banca centrale europea, che è in stretto contatto col ministero dell’Economia, paiono positive. Secondo agenzie di stampa finanziarie è stato proficuo il tavolo tecnico bancario tenutosi a Bruxelles tra Bce, Bankitalia e ministero delle Finanze avente come oggetto la ricapitalizzazione di Veneto Banca e popolare di Vicenza da effettuare con l’aiuto dello Stato tramite la legge salva-banche già adottata per Monte dei paschi di Siena. 

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