VERBANIA – 02.03.2017 – Due mesi per stabilire

se l’omicida confesso della compagna ha agito con capacità di intendere e di volere e se può stare in giudizio. È questo il tempo concesso allo psichiatra varesino Nicola Poloni per esaminare Marco Tacchini, il 33enne verbanese che all’alba della scorsa vigilia di Natale ha ucciso con più di trenta coltellate alla schiena nella loro casa di Bee Alessia Partesana, mamma di sua figlia.

L’incarico al professionista è stato conferito oggi nell’udienza per l’incidente probatorio svoltasi di fronte al gip del tribunale di Verbania Beatrice Alesci. La difesa ha nominato come suo consulente di parte il dottor Giorgio Farina, ex direttore del dipartimento di igiene mentale dell’Asl Vco.

Dalla mattina in cui s’è consegnato ai carabinieri, Tacchini si trova in carcere. Dopo un periodo a Verbania, è stato trasferito a Vercelli. Affetto da depressione, assume – e lo faceva anche prima – psicofarmaci. Le sue condizioni non sono buone, anche perché oltre al suo avvocato, Antonello Riccio, non ha altri contatti umani esterni. Rimasto orfano della mamma, non ha praticamente rapporti con il padre, né con le due sorellastre, che non l’hanno mai incontrato in carcere e che non si sono mai nemmeno messi in contatto con il suo legale.

La mattina dell’omicidio Alessia, operatrice sanitaria all’Opera pia Domenico Uccelli di Cannobio, si stava preparando per andare al lavoro. Il loro rapporto era al capolinea e lei meditava di lasciarlo. Al termine di un diverbio, nemmeno troppo violento, lui l’ha aggredita alle spalle con un coltello da cucina, mentre la bambina dormiva in camera sua. Poi s’è allontanato dall’appartamento, chiamando i carabinieri e consegnandosi a loro.