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VERBANIA – 17.02.2017 – In aula ha ascoltato

la lettura della sentenza in silenzio, in uno stato di apparente imperturbabilità, quello che da quasi due anni mantiene anche nel carcere di Verbania, dove è recluso nell’apposita sezione dei dipendenti pubblici e tutori della legge. Michele Buoninconti, il vigile del fuoco di Asti accusato dell’omicidio della moglie Elena Ceste e dell’occultamente del suo cadavere (uccisa nel febbraio 2014, il corpo fu scoperto solo otto mesi più tardi), a Verbania dovrà restare probabilmente ancora a lungo. La Corte d’assise d’Appello di Torino ha confermato la condanna a 30 anni – il massimo della pena per chi ha scelto il rito abbreviato – rigettando l’appello e disponendo il sequestro preventivo di tutti i suoi beni, anche nell’interesse dei quattro figli minorenni dell’uomo. Nel confermare l’estraneità ai fatti – mettendo in dubbio anche che si sia trattato di un omicidio – gli avvocati di Buoninconti hanno già preannunciato il ricorso in Cassazione.

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