VERBANIA – 31.01.2017 – All’ufficio di Biella
è una pratica vietata – e ripresa, con polemica mediatica – ma a Verbania c’è tutta l’intenzione di chiedere che sia il contrario. Al primo “baby pit-stop” per l’allattamento al seno inaugurato ufficialmente ieri alla ludoteca di Renco, il comune di Verbania e l’Asl credono ne possano seguire altri, a iniziare “dalla nuova farmacia comunale – dice il sindaco Silvia Marchionini – e anche dalle Poste, alle quali scriveremo”. “Nel bando per individuare il prossimo tesoriere dell’Asl – le fa eco il direttore generale dell’azienda, Giovanni Caruso – chiederemo che la banca metta a disposizione uno spazio nelle proprie filiali”.
Il “baby pit-stop” è un punto attrezzato per le mamme che decidono di allattare il proprio piccolo al seno e, fuori casa, non hanno la possibilità di farlo liberamente. È un progetto sostenuto dall’Uncem che sta prendendo piede e che l’Asl, tramite il dipartimento Materno-infantile diretto dal dottor Andrea Guala, sta proponendo a tutti gli enti locali. Domodossola ha già risposto, Verbania ha aderito mettendo a disposizione, con la collaborazione della cooperativa sociale Azimut, lo spazio della ludoteca di Renco. “In città abbiamo un problema: poche nascite – ha detto Marchionini –. Servono azioni che possano essere, se non di incentivo diretto, agevolatrici per neomamme e neopapà”.
Il “caso” di un ufficio postale di Biella, il cui direttore avrebbe allontanato una mamma in coda – l’azienda ha precisato trattarsi di un disguido – è lo spunto per chiedere il coinvolgimento dell’azienda. “Scriveremo e faremo propaganda”, ha concluso il primo cittadino.