VERBANIA – 28.01.2017 – Una guerra a colpi di social e querele.
Ha traslocato da Palazzo Flaim al Palazzo di Giustizia la contesa politica cittadina, i cui toni negli ultimi mesi si sono fatti via via più alti. Il sindaco di Verbania, Silvia Marchionini, ha rivelato a fine 2016 di aver sporto numerose querele per diffamazione. Pochi giorni più tardi il consigliere di minoranza Stefania Minore ha ritirato dalla Procura un’informazione di garanzia che il suo avvocato ha replicato essere pretestuosa e ai limiti dell’intimidatorio. Nei giorni scorsi la scena s’è ripetuta e ha coinvolto altri consiglieri comunali, tra cui Michael Immovilli. Immovilli e Minore, su questo tema, ieri hanno tenuto una conferenza stampa di chiarimento e replica. “Siamo stati dalla polizia giudiziaria – dice Minore – e mi sono stati mostrati alcuni stampati tratti da Facebook di una denuncia contro di me del sindaco. Ho dimostrato che non erano miei, ma condivisioni di miei post fatti da altri e ai quali altri hanno aggiunto un proprio commento. Per questo motivo non mi è stato notificato nulla, ma il problema resta. Noi svolgiamo attività politica e critica politica. Queste denunce hanno lo scopo di intimidirci. Ho visto un pacco di fogli stampati, segno che il nostro sindaco passa tanto sui social a guardare quello che scriviamo e mi suona strano che non si sia neanche accorta che quel commento non era mio…”.
“Ci vogliono far tacere perché guardiamo gli atti e svolgiamo un ruolo di controllo. Continuerò e non mi fermerò fino a quando non verrà ripristinata una condotta regolare”, dice Immovilli attaccando il primo cittadino e mandando anche un messaggio alla Procura: “ci sono casi e questioni che abbiamo segnalato da tempo. Chiediamo alla magistratura di far chiarezza, in un senso o nell’altro, sugli esposti che giacciono, alcuni anche del 2014, come la turbativa d’asta nella gara del canile vinta da Adigest”.
Tra i destinatari di queste informazioni di garanzia non ci sono solo politici, ma anche il gestore della pagina Facebook “Verbania nova”, che ha postato sempre sui social i documenti consegnatagli dalla Procura a fine 2016.