VERBANIA – 27.01.2017 – Chiamato in tribunale
come testimone del processo Montefibre ter, rischia di finire indagato. Giovanni Beccalli, oggi ultraottantenne, è un ex lavoratore Taban. Negli anni ’70 era un tecnico della società che gestiva la produzione di nylon nello stabilimento di viale Azari e in questa veste è stato chiamato ieri a testimoniare in una delle numerose udienze del procedimento penale nel quale sono imputati di lesioni e omicidio colposo alcuni ex dirigenti di Montefibre che, secondo il sostituto procuratore Nicola Mezzina, sono responsabili per le morti e le malattie professionali insorte con l’esposizione dei lavoratori all’amianto. Quando il teste ha declinato le proprie generalità, appreso che era alle dipendenze di Taban, il pm ha sospeso l’audizione secondo l’articolo del codice di procedura penale sulle “dichiarazioni indizianti”. Potendo egli stesso, con le sue affermazioni, essere passibile di un’indagine o addirittura di un’imputazione, non ha più potuto procedere come un normale testimone ma s’è dovuto avvalere di un legale. Beccalli ha nominato l’avvocato Alessandro Corletto e, alla ripresa dell’udienza, s’è avvalso della facoltà di non rispondere. Spetta ora al pm valutare se approfondire o meno la sua posizione.