VERBANIA – 26.01.2017 – Auto camuffate
e rivendute, e finti incidenti per lucrare sulle riparazioni truffando le assicurazioni. Era una vera e propria attività criminale organizzata quella che la Procura di Verbania ha smascherato oggi arrestando quattro persone residenti nel Vco. All’alba la polizia s’è presentata a casa di Davide Zenoni, 40 anni, di Omegna, titolare della Zenocar service; Andrea Pirozzini, 31enne di Gravellona; e dei fratelli Carmelo e Daniele Stuppino, 42 e 40 anni, domiciliati a Gravellona e titolari della Dimensione Auto di Reggio Emilia con sede operativa nel Varesotto. Per gli inquirenti – l’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Sveva De Liguoro, l’attività della Polstrada del Vco, insieme al commissariato di Omegna e alla Guardia di finanza – sono le menti di un articolato sodalizio criminale che faceva business con le auto.
Due i filoni dell’inchiesta. Uno riguarda la ricettazione e il traffico di auto. La Zenocar e la Dimensione auto piazzavano in tutta Italia, anche sfruttando vendite on line, veicoli di gamma medio-alta (Audi, Mercedes, Range Rover…) rubati in precedenza e che venivano camuffati modificando i numeri di telaio e hackerando la centralina elettronica. Le vetture provenivano perlopiù dal Lazio e, dopo un passaggio nel Vco, finivano a ignari clienti, regolarmente re-immatricolate. Trenta le auto identificate, 19 quelle sequestrate tra Trento, Torino, Pavia, Latina, Roma, Viterbo, Napoli e Reggio Calabria.
Il traffico è stato scoperto indagando sul filone principale, quello delle truffe assicurative. L’indagine, ribattezzata “cash for crash” proprio per il denaro ottenuto fingendo sinistri stradali, è partita più di due anni fa, quando la Polstrada ha iniziato a indagare su alcune discrepanze tra le pratiche assicurative e gli incidenti denunciati. Il cuore di questa attività era la Zenocar di Omegna, dove avvenivano le riparazioni, in numero elevato e molto sospetto. Il perché la polizia l’ha scoperto andando a fondo e verificando che talvolta gli incidenti non s’erano mai verificati, in alcuni casi erano stati di minore entità gonfiati, in altri ancora le targhe originali erano state apposte a mezzi già incidentati. Le persone coinvolte spesso erano le stesse, o appartenenti a una cerchia ristretta, ma è capitato che fossero estranee e all’oscuro. Il sodalizio criminale era rodato e il sistema, grazie a atti e documenti alterati o falsificati, funzionava con efficacia da più anni – si pensa almeno dal 2009 – procurando ingenti guadagni ai suoi componenti. La Guardia di finanza ha operato un primo sequestro sui conti correnti degli arrestati per 135.000 euro ma si stima che la cifra guadagnata illecitamente sia di gran lunga maggiore.
I quattro arrestati stamane sono stati condotti nella casa circondariale di Pallanza. I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata alle truffe assicurative, riciclaggio, truffa aggravata e falsità per induzione in atto pubblico. Per questi ultimi ci sono anche 11 indagati a piede libero. Le posizioni al vaglio degli inquirenti sono state, in totale, oltre un centinaio.