VERBANIA – 25.01.2017 – Uno è in carcere,
l’altro latitante. A distanza di cinque mesi dalla serie di furti con truffa messi a segno ai danni di anziane del Vergante, manca ancora all’appello uno dei due presunti autori identificati dai carabinieri di Verbania. Si tratta dei malviventi che si fingevano tecnici del gas e, circolando a bordo di una Vespa di colore bianco, bussavano alla porta di ignare signore anziane e, spaventandole con una contaminazione del metallo, si facevano radunare oro e preziosi che poi facevano sparire distraendole.
Il Nucleo investigativo comandato dal maggiore Giovanni Della Sala ha ricondotto a loro 11 tra furti e tentati furti (il bottino: circa 100.000 euro), dieci nella provincia del Vco e uno nel Novarese, avvenuti tra luglio e agosto 2016. La svolta nelle indagini è arrivata proprio in estate, con l’individuazione di due persone e l’ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal gip di Verbania. In manette è finito solo uno dei due ricercati, il 41enne Giuseppe De Lorier, uomo di origine sinti nato nell’Alessandrino ma residente nel Novarese. Contro la carcerazione, De Lorier s’è appellato al tribunale della Libertà di Torino e alla Cassazione. Quest’ultima s’è espressa nei giorni scorsi confermando il provvedimento. L’indagato contestava l’identificazione da parte degli inquirenti. La Suprema Corte ha ritenuto sufficienti e valide le testimonianze del commissario della polizia locale Mauro Aceti, che a Brovello Carpugnino aveva visto un uomo – poi riconosciuto tramite confronto fotografico in De Lorier – a bordo di una Vespa bianca con una targa posticcia e il volto coperto dal casco. Le indagini sul motociclo avevano condotto gli inquirenti alla convivente, proprietaria di un mezzo del tutto simile. Durante la perquisizione a casa della mamma di lei avevano visto la donna cercare di gettare in un canale la targa finta.