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VERBANIA – 20.01.2017 – Una mezza dozzina

di borse di marca Liu Jo, una ventina di vasi in ceramica firmati Thun e una X-Box. È questa la merce che nel 2012 una verbanese trattò on line con Katy Carlet, una donna friulana che su Facebook e su un sito specializzato di vendite tra privati aveva messo in vendita questo materiale. L’accordo fu stretto per 400 euro che la ragazza di Verbania versò sulla carta Poste-pay della donna, la quale non si fece più sentire e sparì senza far recapitare quanto concordato. La giovane truffata sporse denuncia e quando alla venditrice on line arrivò la richiesta di rinvio a giudizio ci fu un accordo per il saldo di 1.500 euro in cambio del ritiro della querela. Anche quell’accordo, tuttavia, non s’è concluso con il ristoro pieno della cifra pattuita, comprensiva anche delle spese legali sostenute, ma di circa la metà. Carlet è comunque andata a processo e il tribunale di Verbania, pur in presenza della parte offesa – nel frattempo costituita parte civile – ha giudicato sufficiente l’importo versato e ha assolto l’imputata per la lieve tenuità del fatto. 

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