VERBANIA – 27.11.2016 – Il suo debito è
vecchio di anni. Anni di affitti – anche se “calmierati” – mai pagati che hanno portato a una causa, allo sfratto e ora, alla probabile esecuzione forzata. Quella che riguarda un cittadino di Verbania e la sua famiglia è una storia per certi versi emblematica della gestione delle case popolari.
Ricevuta l’assegnazione per sé e per la sua famiglia, l’uomo si trasferì nell’alloggio pubblico con l’impegno a pagare 160 euro d’affitto al mese per la cosiddetta “edilizia agevolata”, cioè la pigione proporzionale al reddito e alla situazione economica. Ma gli affitti non sono mai arrivati regolarmente e, mese dopo mese, il debito è cresciuto sino a arrivare, nel 2012, a 15.000 euro, equivalenti a circa 8 anni di morosità.
Allora la giunta decise di avviare una causa civile che s’è risolta con lo sfratto. Il 22 settembre è stato notificato il precetto e l’ufficiale giudiziario ha dato due mesi di tempo all’uomo per lasciare i locali. Scaduto il termine e senza che i locali fossero stati liberati, s’è così arrivati al passo successivo, l’esecuzione forzata con lo sloggio che sarà fatto – se così deciderà il giudice – con l’intervento delle forze dell’ordine.
Per gli anni in cui questa famiglia non ha pagato (a prescindere dalle motivazioni, impossibilità o mancanza di volontà), intanto, c’è chi, pur in graduatoria e avendone diritto, non ha potuto fruire della stessa opportunità di un appartamento a canone ridotto.