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VERBANIA – 18.11.2016 – Le altre otto persone

coinvolte, tra cui tre residenti nel Vco, hanno già fatto i conti con la giustizia ricevendo condanne per un totale di 30 anni di carcere e chiudendo l’operazione di polizia battezzata “Biancaneve”. Solo lui, il 40enne torinese Andrea Ranza, è ancora in attesa di giudizio, a processo per tentata truffa, associazione a delinquere e ricettazione. Il tribunale di Verbania, in composizione collegiale (giudici Elena Ceriotti, Raffaella Zappatini e Giorgia Busoli) il 17 gennaio si esprimerà sulla richiesta di condanna pronunciata ieri dal pm Gianluca Periani: 3 anni, 6 mesi e 4.000 euro di multa.

Ranza ha fatto parte, tra il 2009 e il 2011, di un gruppo di persone dedite alle truffe. Truffe milionarie in campo immobiliare, con compravendita di immobili di lusso in diverse parti d’Italia fatte in contanti sostituendo al denaro vero banconote fasulle. Fingendosi intermediari facoltosi, attraverso vere e proprie messinscene da film, proponevano operazioni vantaggiose a patto che si chiudessero in contanti, soldi che gli ignari potenziali investitori mettevano in una valigia col doppiofondo sotto la quale c’erano banconote false, poi sostituite. Ranza, presente in aula e difeso dall’avvocato Giulio Calosso, ha ridimensionato il suo ruolo nell’organizzazione, limitato a pochi mesi e finito presto, iniziato in un periodo di difficoltà economiche nel quale aveva bisogno del denaro che gli veniva prospettato come facilmente racimolabile. 

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