VERBANIA – 11.11.2016 – Che fine farà
la ex popolare di Intra? E i suoi uffici e dipendenti? La domanda rimbalza dal Veneto al Vco e è rilanciata dall’associazione Comunità.vb, espressione dell’omonima lista in Consiglio comunale che candidò a sindaco nel 2014 Marco Parachini. In una nota diffusa oggi l’associazione riporta il testo di un articolo comparso sulla Tribuna di Treviso in cui, parlando della possibile fusione tra Veneto Banca e Banca popolare di Vicenza, si ventila la nascita di un polo del credito veneto che non prevede appendici al di fuori della regione. “Via le banche del sud, via gli sportelli in Toscana, via quelli in Piemonte eredità della fusione tra Montebelluna e Banca Intra" è la frase che viene attribuita al presidente della Vicentina Gianni Mion.
L’operazione, fattibile per via della stessa proprietà, quel Fondo Atlante che ha salvato i due istituti di credito ricapitalizzandoli e accaparrandosi quasi il 100% delle azioni, e della necessità di rilancio di entrambe, avrebbe come conseguenze tagli pesanti che, si dice, potrebbero interessare 1.300 dipendenti.
Da qui le considerazioni di Comunità.vb sulle ricadute “potenzialmente disastrose” per Verbania e il Vco: “Il territorio perderebbe l'ultimo brandello di quella intuizione ottocentesca - la Banca Popolare di Intra - che contribuì alla fortuna di una città e di una provincia un tempo a forte vocazione industriale e imprenditoriale – afferma l’associazione –. Per Verbania il crepuscolo dell'ex centro direzionale della Intra sarebbe la perdita di qualche centinaio di stipendi - con ricadute sull'indotto, anche commerciale -, e posti di lavoro cancellati per sempre, gli stessi che la Regione si appresta a far sparire insieme all'ospedale Castelli. Per i correntisti e soci "traditi", cui abbiamo dedicato una serata due settimane fa, sarebbe l'ennesima beffa. Spolpato l'osso, mangiati i risparmi, i veneti se ne andrebbero lasciando dietro di sé macerie”.
Al di là delle responsabilità e di un accenno a “padri e patrigni noti” che avrebbero causato “lo sfacelo della ‘Intra’ e il boccone avvelenato di Veneto Banca”, la proposta è quella di tornare a parlare di credito, tema già oggetto del programma elettorale 2014: “Credevamo, senza interessi di parte o sudditanze verso potenti o ex potenti, che una banca dei verbanesi (e del Vco) o perlomeno per i verbanesi (e il Vco) fosse necessaria. Lo ribadiamo. Le parole di Mion, anche se sono solo teoremi, ipotesi o suggestioni, meritano una presa di coscienza e l'apertura di un confronto di cui ci faremo promotori”.