VERBANIA – 10.11.2016 – Volevano aprire insieme
un ristorante in Lussemburgo ma l’operazione è sfumata, uno dei due soci ci ha rimesso 35.000 euro e l’altro è a processo per truffa. In tribunale a Verbania si tratta il caso di Giancarlo Barletta, un tempo titolare di un locale pubblico di Verbania che nel 2013 propose a un conoscente, un lavoratore frontaliere, un “affare” nella capitale europea. L’operazione consisteva nel rilevare un ristorante, per il quale Barletta disse all’amico che gli sarebbe servita quella somma di denaro. L’uomo, fidandosi, se la fece dare dalla banca attingendo a un prestito. Di quel ristorante, però, non se ne fece nulla e quando il denaro non tornò indietro, il frontaliere si rivolse alle forze dell’ordine. L’imputato, difeso dall’avvocato Laura Ferrara, deve rispondere di truffa aggravata. Ha chiesto però al giudice Luigi Montefusco di essere ammesso alla messa alla prova, cioè di congelare il processo, svolgere un percorso di riabilitazione attraverso lavori socialmente utili e, al termine, estinguere il reato. Per farlo, però, è necessario che la parte offesa sia risarcita e attorno all’entità di questo risarcimento si sta discutendo.