VERBANIA – 18.10.2016 – Sarà il 22 novembre
al tribunale di Milano e verrà celebrato con rito abbreviato il processo alla presunta cellula jihadista prealpina operante tra il Vco, il Varesotto e il Lecchese. Una cellula alla quale è accusata di appartenere la giovane mamma di Baveno Wafa Koraichi. Sorella di Mohamed Koraichi, foreign fighter trasferitosi in Siria con la moglie italiana Alice Brignoli e i tre figli, avrebbe fatto da tramite con i responsabili dell’Isis per far avere a Abderrahim Moutaharrik, campione di thai-boxe di Lecco, l’autorizzazione a partire per la Siria e a combattere sotto le insegne del Califfato. A processo, oltre a loro due e a Salma Bencharki (moglie di Moutaharrik), c’è Abderrahmane Khachia, giovane residente in provincia di Varese.
Per tutti la Procura di Milano, con il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e i pm Enrico Pavone e Francesco Cajani, aveva chiesto il rito immediato. Le difese hanno chiesto l’abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna ma non ammette al dibattimento prove ulteriori – anche difensive – rispetto a quelle già in possesso degli inquirenti.
Wafa, 24 anni, di nazionalità marocchina, vive a Baveno con il marito, pizzaiolo in un locale del Basso Verbano, e lavora come lavapiatti in un albergo della cittadina lacustre. Si trova agli arresti, prima a Milano e poi a Roma, dalla fine di aprile.