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VERBANIA – 07.10.2016 – Si fingeva malato,

evitando di prestare servizio, e poi partecipava a gare di scialpinismo. La Cassazione, con sentenza pubblicata nei giorni scorsi, ha respinto e reso definitiva la condanna pronunciata dalla Corte d’appello militare nei confronti di O.M., appuntato scelto dei carabinieri che all’epoca dei fatti – tra il 2012 e il 2013 – prestava servizio al comando provinciale di Verbania. Simulazione d’infermità aggravata e continuata e truffa militare pluriaggravata e continuata sono i reati che gli sono stati contestati, per i quali è stato condannato in secondo grado da un tribunale militare a nove mesi di reclusione militare con la sospensione condizionata al pagamento di 9.518,89 euro come risarcimento per gli stipendi indebitamente percepiti.

Nel settembre 2012 M. fu vittima di un incidente con la motosega che gli procurò una ferita alla gamba sinistra che, suturata, ebbe una convalescenza di circa un mese. Alla visita di controllo di ottobre, a Torino, di fronte all’ufficiale medico della Legione Piemonte Valle d’Aosta dei carabinieri, si presentò zoppicando, riferendo di avere ancora dolore, accusando insensibilità al di sotto della caviglia e spiegando di non essere in grado di tornare in servizio. Ottenne una proroga del permesso di malattia di cinque mesi. Durante quel periodo, tuttavia, partecipò a sei competizioni agonistiche di scialpinismo tra il Trentino e il Verbano Cusio Ossola. Per la Procura militare, quindi, simulò un’infermità che non aveva e truffò l’Arma percependo lo stipendio. Condannato, ha ricorso in Appello ottenendo uno sconto della pena e poi s’è rivolto alla Cassazione, contestando l’interpretazione della testimonianza del medico militare che lo visitò, la qualificazione del reato – secondo lui meno grave perché l’infermità era reale e non simulata – e la quantificazione del denaro da rimborsare, ritenuta non sufficientemente motivata. La Suprema corte ha discusso il caso in marzo, rigettandolo e addebitandogli le spese processuali, e qualche giorno fa ha reso note le motivazioni della sentenza. 

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