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vlt generico
VERBANIA – 06.10.2016 – L’ammanco c’è stato,

ma il colpevole non fu il responsabile della sala slot. Il giudice Luigi Montefusco del tribunale di Verbania ha assolto ieri dall’accusa di truffa aggravata per non aver commesso il fatto Marco Parrella, nel 2013 dipendente sella società verbanese Euromatic, specializzata nella gestione e distribuzione di apparecchi vlt. All’epoca dei fatti Parrella era, per conto dell’azienda, il responsabile della sala “La Fenice” di Cannobio, inserita nel circuito Lottomatica. Nel corso di quell’anno Lottomatica contestò a Euromatic una discrepanza tra il denaro da questa versato come quota di competenza e l’effettivo incasso avvenuto (tutte le videoslot sono collegate a un server nazionale che registra giocate e vincite). L’ammanco, pari a 50.000 euro, fu trattenuto da Lottomatica sfruttando le garanzie bancarie rilasciate da Euromatic, che dopo aver cercato di recuperare la somma da Parrella, sporse denuncia. Nella querela dell’allora amministratore della società si faceva riferimento a falsi scontrini di incassi e del rifiuto del gestore di firmare cambiali che avrebbero chiuso il contenzioso. Sentito in aula come testimone, l’amministratore ha ricostruito le modalità di gestione della sala slot: a fine serata si stampavano i report delle giocate e l’indomani un addetto di Euromatic passava a ritirarle insieme al denaro. Ha inoltre detto di non ricordare delle cambiali, di cui s’era occupata una socia di Euromatic, e ha dichiarato che anche altri dipendenti maneggiavano il denaro e operavano sulle slot, motivo per cui non era sicuro che il responsabile fosse Parrella. Questi ha ribaltato le accuse sui soci di Euromatic (che non s'è costituita parte civile), dicendo che volevano obbligarlo a sottoscrivere le cambiali senza approfondire le responsabilità dell’ammanco, cioè senza effettuare controlli sugli apparecchi o tramite le telecamere di sorveglianza. Ha inoltre ricondotto questo episodio al suo rifiuto di installare, a “La Fenice”, vlt non collegate alla rete come volevano i soci. Nonostante la richiesta del pm Guido Dell’Agnola per una condanna a 1 anno, 2 mesi e 899 euro di multa per truffa aggravata, il giudice ha assolto l’imputato, difeso dall'avvocato Alberto Beer, per non aver commesso il fatto. 

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