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lega profughi
VERBANIA – 27.09.2016 – “Via i profughi che delinquono”.

È questa la posizione, già riferita al prefetto Iginio Olita dieci giorni fa, che la Lega Nord sposa nella gestione del flusso dei richiedenti asilo sul territorio. L’hanno chiarito oggi, in una conferenza stampa che fa il punto proprio rispetto all’incontro di Villa Taranto, i vertici del Carroccio: il segretario provinciale Marcella Severino, quello verbanese Roberto De Magistris, il collega di Omegna Stefano Strada, l’assessore domese Antonella Ferraris e il sindaco di Bee Alessandro Borella. “Lo prevede la legge, il Testo unico di pubblica sicurezza – afferma l’ex consigliere regionale De Magistris –. L’ho fatto presente al prefetto, che però dice di avere le mani legate perché queste persone non sono stranieri, ma richiedenti asilo. Io non concordo…”. Queste frasi si sarebbero dovute pronunciare nell’immediatezza del vertice in prefettura, ma la conferenza stampa non s’è tenuta perché la manifestazione non era stata autorizzata. “Siamo dovuti salire in delegazione mentre chiedevamo che i nostri sindaci potessero stare sotto – conclude De Magistris –. Ci hanno detto che non eravamo autorizzati, ma quando alcuni profughi sono scesi da Arizzano, sono andati in questura e in prefettura gli è stato permesso anche se non era una manifestazione autorizzata”.

De Magistris è tra i più decisi sostenitori della linea della fermezza nella gestione dell’immigrazione, insieme al segretario omegnese e consigliere comunale Strada: “Chiediamo che il Piemonte aderisca alle linee guida approvate da Liguria, Veneto e Lombardia – dichiara –, perché non ci possano essere realtà come Boleto di Madonna del Sasso: 50 profughi su 100-120 residenti, collocati in un posto isolato e senza nulla, che in inverno è ancor più deserto”.

Severino sposa una linea più soft ma sui contenuti concorda. “Su 555 profughi in provincia, ci sono una quindicina di donne: quindi non si tratta di famiglie in fuga dalla guerra – puntualizza –. La quasi totalità non ottiene il permesso di restare, ma viene ospitata gratis per due anni, ha assistenza legale gratuita, la possibilità di avere due gradi di giudizio e poi, quando le domande vengono respinte, queste persone non vengono nemmeno rimpatriate ma messe in mezzo a una strada. Con il prefetto ci incontreremo di nuovo”.

“I profughi è giusto che lavorino e che diano un contributo – commenta Borella – ma comunque impiegarli costa e non si possono utilizzare apparecchi pericolosi”.

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