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fronte nazionale
VERBANIA – 24.04.2015 – Festa o ricorrenza? È questo l’interrogativo che accompagna il XXV Aprile visto da destra, dalla parte di Giorgio Tigano e Sara Bignardi, cioè gli unici eletti del Vco che portano in una sede istituzionale le posizioni della destra storica italiana. Alla vigilia del 70° anniversario della Liberazione hanno diffuso una lunga riflessione che tocca temi controversi come la guerra civile e i morti del post-XXV Aprile.

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Quest'anno ricorre il 70° anniversario dalla fine della guerra, guerra che non si combatté solo tra eserciti regolari ma che coinvolse tanti civili inquadrati nelle formazioni Partigiane e nelle cosiddette Brigate Nere, braccio armato del Partito Fascista Repubblicano. Certamente festeggiare la conclusione di una guerra è cosa positiva per la fine delle sofferenze umane patite e la riacquistata serenità di vivere in libertà. Ma, al di là dei giudizi storici, riteniamo indispensabile ricordare nel modo giusto, facendo presente che oltre alla guerra sul campo, estremamente  dura e dolorosa,  si combatté una guerra civile tra cittadini che, al di là delle rispettive ragioni, produsse atrocità inaudite compiute da entrambe le parti in campo. Sarebbe stupido negare le crudeltà commesse dai nazifasciti, ma altrettanto ingiusto dimenticare o peggio giustificare le barbarie subite da ex-fascisti o presunti tali, uomini, donne, bambini, troppo spesso colpevoli solo di essere parenti di persone compromesse col passato Regime o di essersi arruolati dalla parte perdente. Tutto questo è storia patria ampiamente documentata e riconosciuta anche da storici della parte vincente come Giorgio Bocca. Nel Verbano e nell'Ossola si contano circa 320 caduti italiani, tra soldati della Rsi, civili, tra cui molte donne, uccisi dal settembre 43 al giugno 1945 anche dopo la fine delle ostilità, per mera vendetta. Ai nazisti, responsabili diretti di stragi e odiose rappresaglie fu invece consentito di passare il confine incolumi. Il Fronte Nazionale di Verbania non chiederà più al Sindaco, come fece in occasione della Festa della Donna, un atto di riconoscimento almeno verso le oltre 40 donne assassinate nelle nostre zone, visto che ci ha risposto che sarebbe una “celebrazione antidemocratica”. Prendiamo atto che anche la pietà deve passare al vaglio delle regole democratiche. Il Fronte Nazionale sottolinea che, finché resisteranno tali pregiudizi, si impedirà di fatto che il 25 Aprile diventi la Festa di tutti gli Italiani. Resterà solo una Ricorrenza che non tutti si sentiranno di festeggiare.

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