VERBANIA – 27.08.2016 – Era e è stato per oltre mezzo secolo
uno dei pilastri della cultura e della società verbanese. Imprenditore, libraio, editore, cultore di storia e tradizioni locali, promotore di iniziative sociali, cittadino benemerito (di Verbania ma anche di Laveno) Carlo Alberti è scomparso nella mattinata nella sua casa di Intra. S’è spento serenamente dopo una lunga vita, 91 anni – ne avrebbe compiuti 92 a dicembre, la gran parte dei quali trascorsi tra i libri. Nato a Omegna nel 1924, dopo la guerra inizia a lavorare nell’attività del padre, che appena prima del conflitto s’era staccato da un socio nella tipografia dando vita a una cartoleria. Alberti resta orfano nel 1946 e prosegue sulle orme del padre insieme ai fratelli, portando però quell’innovazione e quelle lungimiranti intuizioni che l’hanno sempre contraddistinto, soprattutto quella di saper coniugare la cultura all’imprenditoria. La svolta nel 1954 con il trasloco a Intra e la creazione di quello che sarà una sorta di polo culturale dedicato ai libri, ma anche alla musica, all’arte, dove si tengono conferenze e numerosi – nonché illustri – sono gli autori ospiti.
Nel 1964, nel pieno del boom – anche edilizio – di Verbania, Alberti s’allarga e si insedia all’angolo tra corso Garibaldi e piazza San Vittore (prima era all’angolo tra corso Garibaldi e via Canna) dove tutt’ora si trova il suo negozio, in un atelier di nuova concezione per quei tempi, con spazi ampi e a vista sulla strada. Le feconde idee del “cartolaio” lo portano negli anni ’70 a diventare editore. Inizia, cogliendo un’esigenza e un mercato inesistente, con la ristampa di testi locali antichi e raduna attorno a sé un gruppo di studiosi amanti del Lago Maggiore come Franco Vercellotti, don Claudio Mariani, Pierangelo Frigerio, Pier Giacomo Pisoni. Da questo gruppo prende vita la rivista Verbanus (oggi giunta sulla via dei 40 anni) e la Società dei verbanisti, costituita nel 1981 e che ha avuto Alberti come primo presidente per 16 anni, sino al 1997. E sempre lui, in tempi più recenti, è tra i fondatori del Magazzeno storico verbanese.
Parallelamente cresce il suo ruolo nel panorama degli editori. Piero Chiara, al quale era legato da salda amicizia e dal comune amore per il Lago Maggiore, in un articolo sul Corriere della Sera lo definì “modesto ma sagace editore”. Una definizione azzeccata, anche per lo stimolo che ha dato alla cultura e all’editoria partecipando a fiere, concorsi – promuovendone anche in loco – e saloni in Italia e nel mondo. Fu, per esempio, tra i più convinti sostenitori e propugnatori dell’ingresso dell’informatica nell’editoria per la catalogazione dei libri.
Appassionato di alpinismo, socio e già presidente del Lions Club Verbania, è stato tra coloro che hanno fondato il Libro Parlato e il Gruppo sciatori ciechi. Rimasto vedovo negli anni ’90, ha man mano ceduto il timone della libreria alla figlia Raffaella, che ne prosegue l’attività. Carlo Alberti lascia il figlio anche il figlio Alberto, ingegnere.
Nominato nel 2003 benemerito della Città di Verbania, lo scorso febbraio la sua ultima uscita pubblica era stata dall’altra sponda del Verbano, con la consegna della cittadinanza onoraria tributatagli da Laveno Mombello, il paese di origine dei genitori.